Per una volta un post di questo blog viene scritto e non ci sono immagini,
Vorrei fare qualche riflessione sul lavoro dell' illustratore e qualche auspicio per l'anno e il futuro che ci attende, mi piacerebbe poi riceve dei commenti da parte vostra al riguardo.
Proprio questa mattina sono andata sul sito della città del sole per il concorso l'illustratore dell'anno e scopro che è riservato ai giovani talenti nati dopo il '75.
Niente di che ma questa cosa mi ha fatto scaturire molte altre domande oltre a quelle che mi pongo di solito.
Quindi secondo questa datazione io sarei già troppo vecchia per partecipare al conconrso e nello stesso tempo troppo giovane per avere ormai una determinata sicurezza e background lavorativo.
Questo è un discorso personale che richiederebbe un romanzo intero dato che ognuno di noi soprattutto le donne sanno cosa vuol dire fare un lavoro free lance e cercare di avere nel frattempo una vita e una famiglia, ci sono pause obbligate che questo ambiente non ti permette di avere pena fare passi indietro nella propria affermazione nel settore.
Premesso che in Italia questo lavoro non viene neanche preso in considerazione come "lavoro" spesso o quasi sempre l'illustratore si ritrova davanti persone totalmente ignoranti su quello che è la professione di illustratore ( più di un editore si è sorpreso che le mie tavole fossero fatte a mano e non capiva assolutamente la differenza).
Persone con capacità uniche e di grande talento sono costrette a lavorare per editori stranieri fino ad arrivare ad altissimi livelli, solo allora il mercato Italiano si accorge di loro e vengono accolti come se fossero stati scoperti ieri (ovviamente da loro), allora lì, puoi ottenere un rapporto paritario con l'editore, nel senso che non ti considera una scocciatura e magari ti paga pure.
Perchè la cultura serpeggiante nei concorsi e nei premi è la scoperta del giovane genio spuntato dal nulla, (anche questa cosa merita una riflessione) salvo poi mortificare la varietà delle immagini e degli stili innondando il mercato di copie e cloni di illustratori "famosi" all' estero?
Io sono per la capacità, l'esperienza, la manualità, la sperimentazione e la ecletticità di un artista, ma soprattutto io sono per rimanere nel tema: per chi sono i libri? Chi guarderà queste immagini? Si capiscono? Quello è un bambino o una padella? purtoppo molto spesso questi nel mercato italiano non sono valori.
Gli illustratori devono poi fare la loro parte, devono dimostrare il loro talento ma anche le loro capacità, ciò che usano per creare un immagine è un mezzo e non il sostituto di una capacità, mi riferisco a chi con il computer è un genio ma con la matita non sanno che farci.
Senza demonizzare il computer la domanda che un Artista si deve fare quando lavora secondo me è
Oggi uso la tempera, l'acrilico o photoshop?
Ecco queste sono le riflessioni che accompagnano l'inizio di quest'anno e ancora una volta, dopo la seconda pausa maternità, troppo vecchia e poco giovane mi rimetto al tavolo da lavoro con lo stesso entusiasmo di quando ho scoperto che si può dare forma alle parole tanti anni fa.
Buon anno a tutti
Chiara
3 commenti:
che bello questo post Chiara, mi sono un pò commossa...Innanzitutto però ti faccio gli auguri per la tua maternità..ho un bimbo di due anni e so cosa vuol dire....
Sono d'accordo con quanto dici...Io mi sono avvicinata all'illustrazione da un anno, per cui sono ignorante in materia, sto frequentando alcuni corsi, sto leggendo molto e sto osservando molto tutto quello che il settore offre, e , da ignorante in materia, ho pensato e penso comunque quello che tu dici...sull'uso "dei mezzi" e sul fatto di ricordare sempre che i libri alla fine vanno ai bambini...La sensazione è che ormai se lo siano dimenticato...Un po di tempo fa leggevo il commento di una casa editrice su un proprio libro appena uscito: in sintesi diceva" speriamo che piaccia ai critici, agli esperti del settore...ecc.ecc"...concludeva..."e infine naturalmente ai bambini a cui è destinato"...Ma è ai bambini e ai genitori dei bambini che devono piacere....o no?
Scusa la lungaggine...
Un saluto
Maddalena
Ciao Maddalena, grazie per il commento, incredibile la auto referenzialità della casa editrice che hai citato... comunque bisogna cercare di andare avanti con i paraocchi in un certo senso, perchè se ci si perde in queste cose c'è da impazzire; e siccome c'è stato un tempo in cui gli davo un enorme importanza, data ormai la mia età non posso più permettermelo e quindi, avanti come un caterpillar... ti auguro tanta fortuna!
Ciao Chiara, collega e più o meno coetanea.
Hai fatto bene a scrivere questo post, dovremmo farlo tutti almeno una volta al mese, perché non basta più rassegnarsi al fatto di essere nati e vivere in Italia per accettare questo avvilente stato di cose. E dire che l'Italia era il paese dell'arte! Tra l'altro, hai mai pensato che Raffaello, Michelangelo, Pinturicchio e compagnia bella erano tutti illustratori?
Qui c'è molta moltissima ignoranza, e pure parecchia furbizia, fammelo dire.
Pensa che ho anche lavorato a lungo in una casa editrice che pubblicava anche prodotti per bambini, quindi ho assistito a certi meccanismi vergognosi standoci direttamente dentro.
Ma teniamo duro. Contro l'ignoranza c'è poco da fare, ma l'arte è comunque un'arma potente e dopo tutto... più l'ignoranza è estesa più emerge il talento!!!
Fortuna che all'estero capiscono un filino di più! Peggio per questi stupidi editori italiani se rimangono sempre chilometri indietro. Affari loro. Se non imparano ad affinare il fiuto per il talento prima o poi la concorrenza li spazza via.
Quanto alle difficoltà per le artiste mamme... bè, rientriamo sempre nella iella di essere in Italia. Si sa che la maternità qui è vista come un intralcio.
Poveracci. Invece di valorizzare la creatività che viene dai bimbi!!!
Ricorda che non c'è nulla che valga quello che tu hai già.
:D
Un abbraccio e tutta la simpatia che c'è!
Laura
Posta un commento